Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 25 giugno 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Perché la frammentazione del sonno fa male come la deprivazione? Non dormire quanto richiesto dall’organismo riduce il metabolismo cerebrale e l’efficienza dei processi cognitivi. Baud dell’Istituto di “Brain Mind” di Losanna e del Dipartimento di Neurologia dell’Università della California a San Francisco, con quattro colleghi, dopo aver notato che la frammentazione riduce le prestazioni come la perdita di sonno, ha condotto uno studio per verificare se anche la frammentazione incidesse sul metabolismo energetico del cervello. I risultati dimostrano che la frammentazione abituale del sonno può alterare il metabolismo encefalico in modo molto simile alla completa privazione di sonno. Tale sofferenza metabolica spiega la perdita di efficienza cognitiva. La registrazione con elettrodi ippocampali ha dimostrato che la risposta all’esplorazione rimaneva inalterata. [Cfr. J Sleep Res doi: 10.1111/jsr.12419, 2016].

 

La comprensione del contenuto affettivo di espressioni complesse del viso richiede lo sviluppo puberale. Solo nella fase avanzata dello sviluppo puberale, intorno ai 14 anni, si è rilevata una capacità simile a quella dell’età sessualmente matura (18-24 anni) di rilevare e comprendere espressioni affettive complesse, ben distinte da gioia e rabbia, percepite già nella prima infanzia. [Cfr. Motta- Mena N. V. & Scherf K. S., Dev Sci. doi: 10.1111/desc.12451, 2016].

 

L’efficacia negli attacchi di panico della d-cicloserina non è stata confermata da uno studio di verifica. Una sperimentazione clinica condotta in doppio cieco su 180 pazienti affetti da disturbo da panico in tre diversi siti clinici ha sottoposto a verifica l’efficacia della d-cicloserina alla dose di 50 mg contro placebo. Il team di ricerca, facente capo ad istituti della Boston University, di Yale e di Harvard, ha rilevato benefici decisamente minori di quelli riportati nello studio pilota e coerenti con altre osservazioni che hanno ridimensionato le aspettative su questo farmaco. [Cfr. Otto M. W., et al., Depress. Anxiety doi: 10.1002/da.22531, 2016].

 

Per l’espressione del comportamento maschile è essenziale l’attivazione durante la pubertà del recettore degli estrogeni α nell’amigdala mediale. L’azione del testosterone attraverso il recettore degli estrogeni α. (ERα), dopo l’aromatizzazione ad estradiolo, sembra essere importante per la completa espressione del comportamento sessuale ed aggressivo del maschio. Sano e colleghi hanno dimostrato che l’attivazione di Erα nell’amigdala mediale durante la pubertà nel topo era cruciale per l’espressione di questi tipici comportamenti. [Cfr. PNAS USA Jun 20 pii: 201524907, 2016].

 

La tendenza ad ingannare il prossimo è associata a varianti geniche che interessano la serotonina. Shen e colleghi hanno impiegato una strategia neurogenetica per indagare le basi del comportamento disonesto in un modello di inganno realizzato artificialmente in laboratorio. I ricercatori hanno rilevato che varianti SNP nel gene della triptofano-idrossilasi 2 (TPH2) che codifica l’enzima che catalizza la tappa limitante la biosintesi della serotonina cerebrale, contribuiscono a definire le differenze individuali nel comportamento disonesto. [Cfr. Front Behav Neurosci. doi: 10.3389/fnbeh.2016.00082.eCollection, 2016].

 

La variabile sessuale dovrebbe essere incorporata nella ricerca neurologica e psichiatrica. Joel D. & McCarthy M. M., in un articolo apparso il 22 giugno scorso nella versione elettronica che precede la pubblicazione a stampa, suggeriscono di introdurre in ogni ricerca la variabile biologica del genere classificandola in 4 dimensioni: 1) persistenza contrapposta a temporaneità nell’arco della vita; 2) indipendenza dal contesto; 3) dimorfismo; 4) diretta conseguenza del sesso. I due autori ipotizzano anche l’esistenza di una canalizzazione nel cervello delle differenze sessuali. [V. Neuropsychopharmacology doi:10.1038/npp.2016.79, 2016].

 

Addio a Loretto Petrucci, citato nell’Arte del Vivere quale esempio di tenacia e lealtà. Il 17 giugno è scomparso Loretto Petrucci, tra i massimi ciclisti toscani del dopoguerra, nato a Capostrada di Pistoia nel 1929, fu un talento precoce celebrato ed apprezzato fin dall’adolescenza e convocato alle Olimpiadi e al Mondiale del 1948, a soli 19 anni. Aveva nel suo palmares, come pochi altri campioni, la vittoria di due edizioni consecutive della Milano-Sanremo (1952-1953). Nel 1952 batté Coppi, Bartali, Koblet, il campione del mondo Kubler e tanti altri favoriti. Per rendere in maniera sintetica ed immaginifica la sua figura di sportivo, Claudio Gregori su La Gazzetta dello Sport lo ha definito un “lampo di primavera”. Lo stile psicoadattativo della sua personalità non era compatibile con il ruolo di gregario, di sconfitto per contratto che fa da “scudiero” a qualcun altro. Ne era consapevole. Non voleva il conflitto, ma sperava nell’onestà dei colleghi. Quando batté Coppi, i due erano compagni di squadra, ma lui quel giorno era stato più forte e non volle rallentare per perdere: in genere era contento di tirare la volata al campionissimo, ma avrebbe voluto da lui la simpatia dell’amico. Gianni Brera scrisse che Fausto Coppi invece di esultare per la vittoria del suo compagno di squadra, presentò un “ghigno impacciato”. La gestione delle squadre ciclistiche del tempo prevedeva un campione e tanti gregari; ma, se aiutare un compagno era nella mentalità di Loretto Petrucci, andare più piano per non vincere lo trovava disonesto e ingiusto, oltre che mortificante per se stesso. Nel 1953 Coppi vinse l’accoppiata Giro-Tour, e dunque Loretto non poteva che essere suo gregario. Allora Petrucci vinse di nuovo la Milano-Sanremo, dimostrando le sue straordinarie doti; infatti sarà necessario attendere 17 anni perché un altro italiano ripeta l’impresa.

Ma, al di là dei meriti sportivi, si vuole ricordare l’uomo, la sua integrità, la sua coerenza, la sua tenacia, il suo spirito di sacrificio, la sua capacità di dare senso alla vita con un impegno quotidiano disinteressato e lontano da desideri di arricchimento, onori e privilegi sociali.

 

Notule

BM&L-25 giugno 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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